Bevevo una tazza di latte. Sono cresciuta a pane e latte. Dicono che faccia bene.
A me sapeva di buono, di semplice, di casa. Poi si cresce e insieme alla gastrite attribuita a stress e ansia arriva la sentenza: intolleranza a latte e derivati.
Quando Teresa telefona sono appena le 6 di pomeriggio.
“Questa sera ho organizzato una cena a casa mia; ci saranno anche gli altri, mi raccomando non mancare”. Le cene di Teresa le conosco bene, un bel tavolo tondo con poca gente intorno che trova appagante e divertente sminuire gli altri per esaltare se stessi. Non hai scampo alle cene di Teresa, prima o poi toccherà a te stare al centro del cerchio.
Nelle intolleranze alimentari l’organismo ad un certo punto non tollera più determinate sostanze che prima riusciva ad assimilare a piccole dosi. Avviene una sorta di saturazione.
Teresa continua a parlare a macchinetta: “mi raccomando non fare tardi e non dimenticarti di preparare un bel dolce al cioccolato”. Io la lascio finire, poi con tono pacato ringrazio e declino l’invito. “Mi dispiace soffro di intolleranze alimentari”.
Poi riattacco il telefono e preparo una bella tazza di latte di soia.
apprezzo molto la fine ambiguità della tua risposta
ReplyDeletemi piace questo tuo mondo vermiglio.
ReplyDeletegrazie della visita alla mia terra verde.
:)
grazie a te!
ReplyDeletesei sempre la benvenuta
a presto
risposta da manuale -peccato che le Teresa di questo mondo non colgano mai l'essenziale.
ReplyDeleteHai proprio ragione radiobeba!
ReplyDeletegrazie di essere passata