Saturday 25 June 2011


Alle 7.45 del 4 luglio del 2008 il 58 non passò.


Bus stop


Caroline controllò le lancette dell'orologio ancora una volta per vedere se tutto funzionasse correttamente,ma il 58 non passò.
Mark girò l'angolo  di casa in tutta furia pensando, come al solito, di essere in ritardo, con i capelli spettinati e la divisa della scuola abbottonata malamente; ma quando raggiunse la fermata nessun 58 ad aspettarlo.
Mrs Smith bisbigliava qualcosa mentre stringeva nervosamente dei fogli con i  questionari che avrebbe dovuto somministrare  agli alunni quella mattina e Mister Cliff attraversò la strada per raggiungere l'edicola vicina, ma sui giornali del giorno nessuna nuova su eventuali cambi di tratta.

Intanto su Lane Street continuava come se nulla fosse, il traffico veicolare.
Alle 7.58 passò il 44 che risaliva la collina come ogni mattina,
poi sfrecciò il 59 verso le periferie. Ma alle 8.04 il 58 non era ancora passato.
Il signor Thomas fermò un controllore che transitava tra il 55 e il 59 e gli chiese se avesse notizie del 58. Il controllore con aria stupita si accinse a contattare la sede centrale ma la linea risultava sovraffolata. Intanto il bisbiglio iniziò a sollevarsi e molti passanti si fermarono per capire cosa stesse succedendo.

“Non è passato il 58!”...sguardi smarriti e occhi al cielo. Il 4  luglio del 2008 il 58 dopo 49 anni 4 mesi e 5 giorni di onorato servizio nella cittadina  di Bridge non era passato.
Alle 8.25 il Mrs Smith raggiunse una cabina telefonica all'angolo della strada per avvisare la scuola della sua assenza. Il signor Cliff prese in mano le redini della situazione e tirò fuori dalla cartella di cuoio dei fogli bianchi per formare un comitato di protesta e sottoscrivere tutti insieme una petizione contro il disservizio. Alle 8.37 nero su bianco era stato messo su carta e tutta la folla, compresi dei passanti che passeggiavano nei pressi della fermata, si accinse a firmare la petizione.

Alle 9.01 intanto Nello aveva raggiunto la fermata.
“il 58 oggi sembra non voler passare” gli riferì con aria preoccupata il controllore che era rimasto lì a coordinare la folla di passeggeri agitati. Nello scosse le spalle sorridendo, ringraziò e proseguì il viaggio a piedi verso la stazioni centrale dove avrebbe preso il primo treno.

Monday 20 September 2010

albero finale


Quando Larry  divenne  albero...era il 3 maggio del 1882.
La famiglia MacKensie era da poco sbarcata con il Britannia al pontile di Boston. Andre’ Oliveira stava in coda all'ufficio doganale con 4 casse di legno grezzo  legate da una cinghia di spago .......barattando un paio di timbri per qualche cassa di vino portoghese.

Quando Larry divenne albero...erano appena passate le 3 di pomeriggio. Leon de la route stava discutendo per una camera in Scheffer Street....4 dollari a ora per passarci un unica notte sembravano troppi anche al figlio di un banchiere svizzero.
La signora Stevenson stava scegliendo delle costosissime  stoffe provenienti da Parigi in attesa che il marito terminasse una delle sue lente riunioni di lavoro;

e Marta Suarez stava da poco incominciando il suo lavoro di domestica presso la famiglia danese dei Leth.
Quando Larry divenne albero...le luci del quartiere di  Stafford stavano per accendersi.
Cameron percorreva il viale dondolando tra le mani gli attrezzi di lavoro di lustrascarpe.....e Bill Russell aveva appena abbassato le saracinesche del suo spaccio alimentare. Marilla  teneva su’ il rastrello mentre il signor Wilson scavava a mani nude una  buca e il piccolo Larry vi adagiava una  pianta di Betulla che aveva portato con se dalla Scozia .
C'ero anche io quando Larry divenne albero.
Era il suo 18 compleanno...le highlands erano ormai un ricordo per lui..come il vento gelido che soffiava da est.....affacciato alla finestra della sua stanza perdeva il suo sguardo tra le luci della citta’ che lenta si risvegliava.
“Prima o poi dovro accorciarli questi rami frondosi” penso’ e fu quel giorno che capi’ che era quello il posto dove avrebbe voluto mettere radici.

 

Monday 14 December 2009

_dsc7059



“Trinacria, anima mia non li ascoltare.”


Ti disse così il nonno in una fredda giornata di dicembre mentre il sole tramontava da est.


Trinacria l'hanno strattonata, difesa in pochi..l'hanno rinnegata e rigettata a terra i più....esanime, all'angolo,un viso scarno e un corpo emaciato.


Alcuni l'hanno derubata..della dignità .


Altri dicono che sia solo un peso per la comunità.


E si che ho un diverso ricordo di Trinacria di quando ero bambino ingenuo.


Quando non mi importava sentire quello che diceva la gente parlando di lei, di nuove abitudini, delle sue fragilità,
a me bastava correre sulle sue terre a piedi nudi,sentire il profumo del mare di casa sua, del vento di scirocco che batteva dal sud..sdraiarmi sulla sabbia dorata sotto un cielo limpido, e respirare il sapore del mare mentre lente rientravano in porto le barche dei pescatori..

All'angolo,un viso scarno e un corpo emaciato.
Trinacria non è stata sempre così.


In tempi remoti era bellissima. Aveva gli occhi chiari della zia Astrid ed i capelli neri di suo padre Azim. Trinacria regalava il grano a chi glielo chiedeva, e non le importava da dove tu venissi,che cosa tu cercassi tra le sue proprietà, se avevi bisogno di qualsiasi cosa potevi rivolgerti a lei. Ti avrebbe dato il grano per fare il pane,Trinacria ..e un pezzo di terra da coltivare...in cambio del lavoro di braccia e di un sorriso....


Sul porto dei pescatori ci sono tornato qualche tempo fa. Ci ho visto un barcone di uomini venire da lontano. Un Moro sfiancato dal viaggio mi ferma. La pelle bruciata dal sole sembrava ancora più nera.Mi ha chiesto di te Trinacria.


Lo osservo allontanarsi con aria disillusa.
Eppure so che nonostante tutto lo avresti accolto comunque.
Trinacria, anima mia.


 


 


 

Saturday 31 October 2009

casett


















Per il tuo compleanno


ho passeggiato tra le nubi di caldaroste di un corso affollato.


Ho leggiucchiato una guida turistica in libreria .


Ho mangiato il cream caramel che ti piace tanto


e preso in affitto un vecchio film.


Per il tuo compleanno ho ascoltato “creap” prima di addormentarmi.


Sarei voluta restare lì con te per i tuo compleanno.


Passeggiare insieme tra la fitta nebbia di Quenn Streat,


temporeggiare su qualche libro di astronomia in libreria,


contrattare una commedia romantica al negozio di dvd


in cambio del mio dolce al cioccolato tra le note di Gilberto Gil.


Ed invece eccomi qui per il tuo compleanno,


a sperarti felice anche se lontano da me.


Auguri Amore





Monday 8 December 2008

Presepi




Ci stà una montagnola fatta con incastri di vecchi sugheri nodosi accartocciati tra di loro e mescolati a del muschio stagionato essiccato al sole nuovo.
Ci stà un fiumiciattolo di nastri color argento che confluisce su un laghetto nel quale si specchiano dei cigni dal collo lungo che ondeggia sincronicamente se gli accarezzi il capo con un dito.
Ci stà un bue e un asinello,un paio di pastori, una manciata di pecore, e 3 re neri vestiti d'oro.
Ci stà una stella con una coda lunga che penzola dal soffitto.
Un uomo e una donna circondano il Bambino della grotta scavata nelle montagnola, con addosso dei batuffoli di cotone.
Ci stò anche io.
Osservo la montagnola di luci colorate,che si accendono ad intermittenza e scandiscono il tempo mentre la nonna prepara la tazza di latte fumante e mi ricopre le spalle con una coperta di lana grossa.
Ci stavo anche io tanti anni fa, quando nelle fredde notti invernali osservavo i nonni costruire l'Opera, adagiarne i pezzi con cura sul tavolo grande ricoperto da una lunga stoffa di velluto rosso.
Quella sera avevo il permesso di rimanere alzata fino a tardi.
Ci stavano i monti alti e fieri, il boschetto di petunie, la lavandaia che aspettava il marito che tornasse dai monti dopo una dura giornata di lavoro tra verdi pascoli e bianche pecore.
Ci stava un giuovincello che non voleva andare a bottega e preferiva nascondersi tra gli alberi per poi ricomparire all'improvviso a spaventar le vecchiarelle che tornavano dal fiume con le brocche piene d'acqua!
E una donna col mantello azzurro che mi guardava sorridendo.
Il nonno mi sollevava da terra, mi avvicinava al grande tavolo e toccava a me ricambiare il sorriso poggiando nella culla il bambino biondo.
“Il latte è pronto!”
Ci stò di nuovo io. Guardo ancora una volta il piccolo tavolino ricoperto dal velluto rosso su cui si adagia il piccolo presepe.
Mia nonna si avvicina e mi porge la tazza di latte. “Prendi anche i biscotti!mi pare che stai sparendo!”.Non riesco a dirle di no. Come sempre.
Fuori piove. Io bevo la mia tazza di latte caldo.


afga_re_magi_copy





Friday 7 November 2008

di cammelli e re magi

concerie di Fes-Marocco ..e mi imbattei in Fès,
importante città del Marocco,
restando affascinata dalla sua storia, dalle moschee, dagli splendidi viali alberati, dalle fontane impreziosite da mosaici luccicanti e dai colori vivaci delle vasche del quartiere della conceria di pelli, tradizione che la rende famosa in tutto il mondo;
e mi ritornò in mente questa legenda:
Un giorno una nuvola si perse nei cieli del deserto mentre vagava verso sud per raggiungere i temporali estivi.
Lì incontrò una duna che le tenette compagnia e le confidò che non aveva mai avuto il piacere di sentire addosso la pioggia.
Conquistata la nuvola donò la pioggia alla duna sacrificando la sua vita per amore.
La terra arida del deserto si bagnò e la duna si trasformò in una terra ricca e fertile.